La finanza come strumento di vero sviluppo.
"Se l'amore è intelligente, sa trovare anche i modi per operare secondo una previdente e giusta convenienza, come indicano, in maniera significativa, molte esperienze nel campo della cooperazione di credito”. Nei giorni che seguono la sua scomparsa, il Credito Cooperativo ricorda le parole che Papa Benedetto XVI dedicò alla finanza mutualistica nell’Enciclica Caritas in Veritate del giugno 2009.
La finanza come strumento.
La finalizzazione di tutta la finanza allo sviluppo, non di un suo segmento dedicato.
La possibilità e la necessità di comporre il fare bene e il produrre beni, ovvero efficienza e solidarietà, criticando alla base la “logica dei due tempi” (prima il profitto, poi – eventualmente – la solidarietà).
E, soprattutto, il riconoscimento dell’esperienza del Credito Cooperativo come realtà di “amore intelligente” capace di unire giusta convenienza e retta intenzione. Un riconoscimento che rappresenta – e deve continuare a rappresentare – per il credito cooperativo un costante riferimento, una precisa responsabilità nella coerenza e uno stimolo ad operare ogni giorno nella ricerca di come realizzare quell’ “amore intelligente”.
Nei giorni che seguono la sua scomparsa, il Credito Cooperativo ricorda le parole che Papa Benedetto XVI dedicò alla finanza mutualistica nell’Enciclica Caritas in Veritate del giugno 2009:
"Bisogna, poi, che la finanza in quanto tale, nelle necessariamente rinnovate strutture e modalità di funzionamento dopo il suo cattivo utilizzo che ha danneggiato l'economia reale, ritorni ad essere uno strumento finalizzato alla miglior produzione di ricchezza ed allo sviluppo.
Tutta l'economia e tutta la finanza, non solo alcuni loro segmenti, devono, in quanto strumenti, essere utilizzati in modo etico così da creare le condizioni adeguate per lo sviluppo dell'uomo e dei popoli. È certamente utile, e in talune circostanze indispensabile, dar vita a iniziative finanziarie nelle quali la dimensione umanitaria sia dominante.
Ciò, però, non deve far dimenticare che l'intero sistema finanziario deve essere finalizzato al sostegno di un vero sviluppo. Soprattutto, bisogna che l'intento di fare del bene non venga contrapposto a quello dell'effettiva capacità di produrre dei beni.
Gli operatori della finanza devono riscoprire il fondamento propriamente etico della loro attività per non abusare di quegli strumenti sofisticati che possono servire per tradire i risparmiatori. Retta intenzione, trasparenza e ricerca dei buoni risultati sono compatibili e non devono mai essere disgiunti.
Se l'amore è intelligente, sa trovare anche i modi per operare secondo una previdente e giusta convenienza, come indicano, in maniera significativa, molte esperienze nel campo della cooperazione di credito”.