Gioco di squadra (1) - L'intervista a coach Alessandro Magro
Il team, il rapporto con Brescia e i tifosi, l’alchimia di una stagione da incorniciare. Le parole di Alessandro Magro, coach di Pallacanestro Brescia, nell'intervista pubblicata sul numero di maggio 2022 dell'house organ di BTL.
Buongiorno coach e grazie di averci dedicato un poco del suo prezioso tempo.
Partiamo da lei. Come ha vissuto l’uomo Alessandro Magro questa entusiasmante stagione della sua squadra?
“È sicuramente una stagione incredibile, soprattutto se si pensa che questo è solamente il primo anno di un nuovo progetto. È bello vedere che la squadra si è trasformata durante il percorso, conoscendo anche le difficoltà che ci sono state all’inizio. Adesso stiamo vivendo una stagione che sta andando al di là delle più rosee aspettative: per me è un enorme orgoglio e un piacere che la squadra sia performante sul campo e, soprattutto, che attraverso il proprio modo di giocare abbia riacceso un enorme entusiasmo in città: questo è fondamentale per il lavoro che vogliamo fare in questi tre anni con il club”.
Il suo rapporto con la città e con gli appassionati bresciani?
“Il mio rapporto con la città e con i tifosi è sempre stato e continua ad essere ottimo. Ho vissuto a Brescia tre anni, in passato, occupando il ruolo di vice allenatore di Andrea Diana durante i primi tre anni di serie A dell’allora Basket Brescia Leonessa, dove credo di aver dato il mio contributo alla crescita di questo brand. Adesso con Pallacanestro Brescia vogliamo continuare a crescere e farlo in una città che mi ha accolto e nella quale la mia famiglia abita da ormai sei anni è fondamentale. Il rapporto che si crea con la città è così solido e forte che si moltiplicano anche gli sforzi, professionalmente parlando, per riuscire a far funzionare tutto. Fuori dal campo, quando possibile, mi godo la città e i momenti di tempo libero insieme alla mia famiglia e agli amici, frequentando anche le meravigliose zone limitrofe: è un posto stupendo in cui vivere e in cui fare pallacanestro”.
Partendo dalla alchimia che si è creata in questi mesi sul parquet del PalaLeonessa. Quali sono gli ingredienti che consentono a un gruppo di giocatori di diventare un team vincente?
“Credo che questi successi partano da lontano, da una visione e dalla precisa volontà di raggiungere degli obiettivi attraverso un modo chiaro di fare pallacanestro. La prima scelta che è stata presa ha riguardato le persone che mi avrebbero dovuto accompagnare in questo viaggio: il merito è, anzitutto, di Mauro Ferrari per avermi dato la possibilità di scegliere le persone che mi avrebbero affiancato, partendo dal general manager Marco De Benedetto, per passare a tutti i componenti dello staff e, di conseguenza, alla scelta dei giocatori, alla quale tutti insieme abbiamo partecipato selezionando il roster per qualità sia tecniche che umane e questa è la vera forza del team. Siamo riusciti a cambiare il volto della stagione in corso d’opera attraverso il lavoro, il sacrificio, la volontà di far funzionare le cose e di fare tutti un passo verso l’obiettivo comune. Credo che ci voglia grande dedizione, senso di appartenenza e, soprattutto, senso di responsabilità. Tutti i miei collaboratori sono consapevoli di far parte di un progetto importante e hanno la possibilità di lasciare il proprio segno all’interno di esso, perché tutti hanno la sensazione che questa è anche la loro squadra, non solo quella del capo allenatore, e lo stesso vale per i giocatori. L’obiettivo e la promessa che è stata fatta loro a inizio anno è: vorremmo che questa stagione non fosse solo una stagione da mettere nel libro dei ricordi, bensì che fosse LA stagione. Tutti i miei giocatori credo stiano approcciando quest’annata proprio con questa voglia di rendere tutto speciale”.
E quale è il ruolo del coach in questo processo?
“Il ruolo del capo allenatore, in questo processo, credo sia importante soprattutto inizialmente, perché, come ho detto, tutto parte da una visione e ci vuole la capacità di portare tutti sulla stessa pagina con la grande forza di volontà di voler arrivare a un obiettivo e a un traguardo che nell’immediato può non essere visto o percepito. Ci vuole la capacità di dare fiducia e ricevere fiducia, ci vuole la capacità di essere sempre onesti e leali, nel bene e nel male, perché sono fattori che nei rapporti umani pagano e, infine, durante la stagione ci vuole la capacità di trasmettere contenuti tecnici e tattici ma, soprattutto, avere la capacità di gestire le risorse umane ed essere capaci di motivare il gruppo, spingerlo, tenere vivo un insieme di persone fatto da tanti ego e cervelli diversi. L’aspetto psicologico, mentale e motivazionale che un capo allenatore deve preservare all’interno di un gruppo è decisamente importante e il fatto che questa squadra stia rispondendo in questo modo e sia così ‘allenabile’ è una cosa che mi riempie di orgoglio”.
Infine, un augurio a tutti i tifosi bresciani per il prossimo futuro …
“Ringrazio i tifosi per il sostegno sempre maggiore che abbiamo visto durante la stagione e per il calore che si respira e si percepisce. Sono fondamentali per noi, soprattutto nelle partite casalinghe, anche se abbiamo visto quante volte e in quale numero siano venuti a sostenerci anche in trasferta: questo per noi significa veramente tanto. Quello che prometto è che lotteremo fino alla fine e cercheremo di allungare la stagione nei playoff il più possibile, per provare a rendere quest’annata, che già è straordinaria, ancor più unica e indimenticabile. Spero che i nostri tifosi siano orgogliosi di noi, mi auguro che quello che stiamo facendo sul campo rispecchi l’identità dei tifosi bresciani e spero che a medio termine si riesca a celebrare, tutti insieme, una vittoria importante”.